L'ipnosi nel trattamento della fibromialgia
- 27 Novembre 2020
In sintesi
La fibromialgia è una condizione che influenza in modo rilevante la qualità di vita sociale, lavorativa, fisica e psicologica dei pazienti e delle loro famiglie. Una ricerca recente si è occupata di valutare l’efficacia dell’ipnosi nel trattamento di questo quadro. Il campione, composto da 97 partecipanti, è stato suddiviso in due gruppi. Mentre entrambi i gruppi hanno ricevuto il trattamento farmacologico standard suggerito per la gestione di questo quadro, solo i partecipanti del gruppo sperimentale hanno anche preso parte ad un programma terapeutico con l’uso di ipnosi. I risultati hanno mostrato che le persone assegnate al gruppo sperimentale, al termine dello studio, riportavano una migliore qualità di vita, meno dolore, più energia, umore più alto. Questo studio si inserisce in un filone di ricerca più ampio che mostra che l’ipnosi può essere utile in una vasta gamma di disturbi psicosomatici.
Interventi ipnotici per la fibromialgia: risultati da una ricerca recente
La fibromialgia è una sindrome complessa caratterizzata da dolore muscolo-scheletrico cronico e generalizzato. Tale dolore è spesso accompagnato da sintomi come affaticabilità, rigidità mattutina, disturbi del sonno, parestesie agli arti, sensazioni di bruciore insieme ad altri. Inoltre, è spesso accompagnata da sofferenza psicologica come aumentato stress, disturbi cognitivi, depressione ed ansia.
La fibromialgia colpisce circa il 2.7% della popolazione mondiale e le sue conseguenze generano effetti negativi sulla vita quotidiana di chi ne soffre, impedendo loro di svolgere serenamente anche attività routinarie come fare una doccia, vestirsi, nutrirsi e dedicarsi ad attività ricreative.
L’attenzione che la ricerca internazionale sta rivolgendo alla fibromialgia è molto cresciuta negli ultimi anni a seguito di un aumento dei casi registrati e dall’assenza di un trattamento medico davvero efficace. La terapia attualmente suggerita si basa sulla somministrazione di antidepressivi, il suggerimento di svolgere attività fisica e psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Gli autori di un recente studio pubblicato sull’American Journal of Clinical Hypnosis hanno testato il potenziale dell’ipnosi nel portare beneficio a questo gruppo di pazienti. L’ipnosi, infatti, è ampiamente utilizzata per la gestione del dolore cronico e, se integrata con altri trattamenti psicologici, tende a migliorarne l’efficacia. In particolare, gli effetti già descritti in letteratura includono miglioramenti legati all’intensità del dolore, alla sua frequenza, durata e interferenza con le attività quotidiane. Gli studiosi hanno ipotizzato che l’utilizzo di un intervento integrato che comprendeva la partecipazione ad una sessione ipnotica ed un programma di esercizi di autoipnosi da condursi in autonomia avrebbe portato ad un miglioramento nell’intensità del dolore, nei livelli di energia e nel benessere emotivo dei pazienti.
La ricerca è stata condotta assegnando casualmente i partecipanti ai due gruppi che sarebbero stati seguiti per 6 mesi a partire dalla prima sessione di ipnosi. Novantasette persone hanno così preso parte alla ricerca e sono state valutate attraverso strumenti comunemente utilizzati in ricerche di questo tipo che comprendevano scale legate alle caratteristiche del dolore, ai livelli di energia, all’interferenza dei sintomi nella vita quotidiana, ai sintomi depressivi.
I risultati hanno mostrato miglioramenti in tutte queste dimensioni nel gruppo di ipnosi: con il ridursi del dolore, anche altri aspetti della vita dei partecipanti hanno iniziato a migliorare. In particolare i pazienti hanno riferito di sentirsi più in salute, più energici, più liberi di dedicarsi alle attività della vita di tutti i giorni e di sentirsi meglio sul piano dell’umore. Questi effetti incoraggianti hanno spinto gli autori a tracciare delle possibili linee di ricerca per il futuro. Sarebbe infatti interessante indagare le potenzialità dell’ipnosi nel risolvere i disturbi del sonno, l’ansia e la tendenza al pessimismo che si trova spesso in questi pazienti. Pur non potendo escludere che i partecipanti abbiano sperimentato un miglioramento anche in queste ultime aree, lo studio sopracitato non ha utilizzato misure formali per comprendere questo aspetto.
In conclusione, la letteratura scientifica ha da poco prodotto una ulteriore prova incoraggiante dell’efficacia dell’ipnosi e dell’autoipnosi nel trattare quadri clinici comunemente considerati psicosomatici, cioè in cui la mente sembra avere un ruolo importante nel generare una sofferenza del corpo. L’utilizzo di questa metodica per quadri di questo tipo potrebbe migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti, ridurre la quantità di farmaci antidolorifici assunti, e la pressione sul sistema sanitario così sollecitati durante questo periodo delicato. Testimonianze come questa mostrano inoltre che si tratta di metodiche che, in vario modo, possono essere trasferite al paziente in forma di autoipnosi. Integrare questa parte nel trattamento dei quadri di fibromialgia può quindi aumentare significativamente l’autonomia di chi ne soffre, fornendogli uno strumento utilizzabile in qualunque momento per trovare sollievo, respiro, energia, benessere.
Il nostro Centro riceve frequentemente richieste da pazienti con fibromialgia ed altri quadri in cui il dolore gioca un ruolo centrale. Il dolore, nelle sue componenti fisiche, emotive e mentali può a volte diventare totalizzante al punto da dare la sensazione che tutto giri intorno ad esso: la propria vita sociale, professionale, la possibilità di avere contatti con le persone intime della propria vita, le proprie aspettative di futuro.
Chiedere l’aiuto dell’inconscio in questi percorsi di cura permette di accedere a nuove risorse che possono migliorare il proprio benessere fisico e mentale.
Un corpo libero dal dolore è un corpo capace di muoversi, di esplorare, di regolare i rapporti interpersonali in un modo adatto a se stessi. La persona può finalmente risollevare la testa e puntare lo sguardo verso un direzione di crescita, riacquisendo prospettiva sui propri giorni e ricostruendo la propria quotidianità in un modo che sia ricco, appagante e vicino al proprio modo di essere.
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